Salta al contenuto principale

Per Margaret Cittadino, alcuni pensieri, alcuni ricordi

Inviato da Angelo Orientale il

"Io appartengo a colui cha ha saputo coniugare la VIA vecchia con quella nuova" (cit. tratta dal film L'ultimo samurai). Forse questa frase potrebbe, anche se non è sufficiente, descrivere Margaret che ha saputo coniugare il modo di fare e di intendere la politica di un tempo con l'oggi. Personalmente da quando iniziai la mia militanza politica ad oggi devo confessare che non ricordo una riunione, una manifestazione, un dibattito, un corteo o una lotta politica o sindacale in cui non c'era Margaret Cittadino. Mi piaceva molto come persona, come compagna e come dirigente sindacale anche quando non andavamo d'accordo. Anzi, quando avevamo posizioni divergenti ne discutevamo ancora di più. Ricordo ancora la mia e la sua posizione sulle ultime amministrative di Salerno. Anche arrivando in un particolarissimo periodo a due o tre telefonate al giorno.  in cui voleva soprattutto capire le mie ragioni e al contempo dire le sue motivazioni. Anche in presenza di discussioni accese mai e poi mai ci siamo attaccati reciprocamente o insultati o derisi. Era una compagna che era cresciuta nelle pratiche delle assemblea (quando queste erano vere assemblee in cui si cercavano di costruire sintesi politiche e non contrapposizioni all'interno dei movimenti). Tanto, tantissimo in queste ore si è scritto su Margaret . Spero che questo continui. Da parte nostra ci impegniamo sin da ora a far si Margaret non venga dimenticata e tenteremo in tutti i modi a non far dimenticare la sua storia, le sue analisi, il suo intendere e praticare la politica. Non lo facciamo perchè  dal 2019 era una nostra socia. Lo facciamo perchè davvero con lei, noi come associazione, il movimento sindacale ed operaio, la sinistra salernitana e la città tutta  abbiamo un debito insanabile. Noi tutti abbiamo perso un bastione fondamentale per la democrazia e per i diritti di tutti.  Ciao carissima compagna Margaret.  

Angelo Orientale

IN MEMORIA DI MARGARET CITTADINO

Conoscevo Margaret da tanto tempo, oltre cinquanta anni, dai tempi del liceo. Correva l'anno 1969, la polizia aveva sparato a Battipaglia e ucciso due persone. Lo sdegno fu enorme. Fu organizzata una manifestazione a Salerno. Con i compagni del liceo Severi, appena trasferito a pastena, bloccammo la scuola e in corteo ci avviammo a Largo Prato, oggi piazza caduti di Brescia. A poca distanza c'era l'istituto magistrale "Alfano I". Il preside, un fascista che conoscevamo bene essendo stato da noi l'anno   precedente, fece bloccare le porte con gli studenti sequestrati dentro. Noi da fuori a urlare, gli altri da dentro, fra spinte e cazzotti riuscimmo a far aprire le porte. La prima ad uscire fu margaret seguita da una marea di ragazze e ragazzi. Nella piazza  incontrammo gli operai della zona industriale e subito dopo i battipagliesi. Un corteo enorme parti dalla zona orientale, incazzato e determinato. I negozianti in solidarietà abbassarono le serrande. Davanti a tutti c'era lei. Non ci siamo mai persi di vista, anche nella militanza degli anni successivi nella sinistra rivoluzionaria. Poi lei è diventata avanguardia della CGIL nell'ospedale e dirigente del Tribunale degli ammalati. Sempre in prima fila, instancabile e insaziabile di giustizia. Oggi per me è un giorno molto triste. La sua scomparsa mi addolora e sono vicino al marito Franco, ai figli e al fratello Franz. Addio Margaret

Antonio Braca 

 

Un’altra compagna della nostra generazione, Margaret Cittadino, ci ha lasciati, increduli ed addolorati, perché troppo presto e inaspettatamente. Ci scorrono oggi i fotogrammi di una vita vissuta, appassionata, a volte fatta di scelte radicali, altre di paziente lavoro quotidiano, ma sempre di grande impegno umano, sociale, civile e politico. Negli anni della contestazione, del Movimento e di piombo inizialmente anarchica tra tanti comunisti, compagna tra compagni, libertaria tra libertari, antifascista tra antifascisti, vera femminista tra vere femministe, affettuosa come una sorella, coraggiosa come una leonessa, a volte spigolosa come spesso
lo sono quelli che credono fortemente nelle proprie idee e nei propri ideali o anche nelle proprie utopie. Tra la fine degli anni Sessanta e per gran parte dei Settanta del secolo scorso, durante gli incontri, si trattasse di un “intergruppo” della sinistra extraparlamentare, di un Comitato Antifascista o di un’assemblea al Magistero a Piazza Malta, non faceva mancare mai la sua parola, le sue acute ed originali riflessioni, non sempre condivise da tutti o dalla maggior parte, ma sempre argomentate, profonde e improntate da spirito critico ed onestà intellettuale: si discutesse dell’analisi e della linea del movimento degli studenti, dell’unità
di lotta con il movimento operaio e popolare, o della campagna per la libertà di Valpreda contro la strategia
della tensione e lo stragismo fascista e degli apparati dello Stato deviati, delle mobilitazioni per il processo Marini.  Per ricordarne solo alcune, tra le tante. Sempre presente alle mobilitazioni e manifestazioni internazionaliste: da quelle a fianco del popolo del Vietnam a quelle a sostegno dei patrioti spagnoli contro il franchismo, della resistenza contro i regimi dell’Est Europa e la teoria della sovranità limitata di brezneviana memoria, alle lotte contro i golpisti di Grecia , Turchia e dell’America Latina, a sostegno di
Allende e del popolo cileno contro l’imperialismo americano, in solidarietà con le lotte dei popoli africani contro il colonialismo portoghese e delle popolazioni indigene contro i regimi dell’apartheid, e senza dimenticare il costante impegno a fianco del popolo palestinese.
E dopo i tempestosi ed indimenticabili anni Settanta, con le tante cose giuste fatte, ma anche con gli inevitabili errori che accompagnano le cronache e le vicende della storia degli individui, dei popoli e delle nazioni, la diaspora di una generazione e l’incontro con la vita, con le scelte di vita di ciascuno ,con le esigenze e le necessità dell’esistenza materiale, strade a volte scelte, a volte trovate, a volte imposte dalle circostanze. E nel fluire degli anni l’impegno e la dedizione nel proprio lavoro, a servizio della
società, nell’impegno sindacale, in quello sociale, sempre dalla parte della povera gente, dei “senza potere”. E quanta soddisfazione quando questo impegno è stato compreso e riconosciute da chi ha dato la propria fiducia per una rappresentanza sociale o sindacale frutto dell’apprezzamento per una dedizione disinteressata, com’è avvenuto per Margaret sul posto di lavoro, nel sindacato e in Cittadinanza Attiva.
Negli ultimi anni, quelli della maturità dettata dall’incanutirsi delle proprie  teste, della saggezza maturata nel corso di una vita, ci siamo rincontrati, senza più asprezze o settarismi, ma capendoci guardandoci negli occhi e riabbracciandoci, consapevoli anche di scelte di vita, di sensibilità ed approcci culturali e, a volte, anche politici diversi, cercando di capire le motivazioni e le ragioni dell’altro su tematiche attuali. Così è stato a fianco dei più fragili, anziani e malati, come per l’impegno per una sanità universale, efficiente ed umana, all’interno di un’ equità assistenziale. Così è stato quando anche con Margaret abbiamo condiviso la scelta pacifista contro il partito unico bellicista che vuole la guerra ad oltranza contro la Russia “fino alla vittoria o all’ultimo ucraino” al posto di un dialogo che tenga conto delle ragioni di sicurezza di tutte le parti in conflitto, nonché l’impegno per il cessate il fuoco in Palestina contro l’orrenda strage, anche dei bimbi innocenti, da parte di un Paese ormai condannato da quasi tutta la comunità internazionale. 
Negli ultimi giorni, quando l’abbiamo cercata per informarla delle ultime iniziative per la pace che stavamo organizzando in città, le ha fatto scudo Franco, il compagno di una vita. Ed allora abbiamo capito che stavamo per perderla, ma non così presto ed in maniera repentina, almeno per noi. E’ la natura, è la storia, è la vita! Da laici e materialisti non possiamo che accettarla, lo stesso faranno, ma con altre speranze, quelli tra noi credenti ,che come noi hanno amato e rispettato la sua bella persona. Insieme comunque la onoreremo ricordandola non solo nella nostra “Memoria Collettiva”, ma ogni volta che ci mobiliteremo per una buona battaglia, per una causa giusta, contro ogni forma di ingiustizia o discriminazione o abuso, contro i crimini di guerra o contro l’umanità, contro il rischio di olocausto nucleare, per quel mondo migliore, qualunque esso sia, per cui abbiamo speso anche i migliori anni della nostra vita, quelli della gioventù, cause e valori per i quali cercheremo di impegnare, per quel che è possibile, anche gli anni che ci restano ancora da vivere, pochi o molti che siano.
Addio sorella e compagna di tutti noi .Addio!

Ciro Romaniello

Tempo fa eravamo stati a casa sua con altri clown dotti per un "giro visite a domicilio" della nostra associazione e l'avevamo fatta vestire e truccare da clown. Ci facemmo un sacco di risate. Andammo poi insieme a fare un giro nel parco di fronte casa sua. Un collega mi ha chiamato questa mattina dall'ospedale. Un dolore immenso. Sono tornato adesso dalla sala mortuaria del Ruggi. Ho abbracciato suo fratello, i figli e le figlie e Franco e gli ho detto che ci siamo voluti bene. Lei per me è stata una vera amica, una persona importante della mia vita. Compagna di tante battaglie sindacali. Non sempre eravamo d'accordo. Tanto che poi scelsi di fare altre cose, come il clown, mentre lei come radice pianta e albero secolare continuò a coltivare le sue passioni di giustizia e libertà. Questa foto gliela scattai un giorno - non tanto tempo fà - che andammo insieme a fare una sit-in davanti alla sede dell'ASL di Salerno. Seduta tra le sue carte, al tavolino di un bar. Sembrava un pulcino spaventato. Parlammo a lungo della necessità di sollecitare la Istituzione delle Consulte Comunali della Salute per ri-costruire luoghi di confronto democratici, sui problemi della Sanità a Salerno e non solo. Lei già con i suoi dolori si faceva forte con la sua ferma passione e motivazione a continuare le battaglie, che io da tempo avevo abbandonato, per dedicarmi ai clown e realizzare - a modo mio - attimi di umanizzazione nei nostri giro visite nelle corsie dell'ospedale. Mi convinse però che forse stavamo ancora in tempo e così anche a Pontecagnano, dove abito da anni, costituimmo un Comitato Promotore per l'istituzione della Consulta Comunale della Salute a Pontecagnano Faiano.

Lei viveva l'urgenza e come me la necessità, che bisogna fare qualcosa. Oggi più che mai, perchè resta sempre più palese agli occhi di tutti la strategia del governo di smantellamento sistematico e strutturale del Sistema Sanitario Nazionale. Ancora peggio poi se verrà a mancare la solidarietà della fiscalità regionale. Al peggio non c'è mai fine. Questo è per me il Suo manifesto, il suo testamento. Margherita è viva e ri-fiorirà. Ci siamo voluti sinceramente bene e la porterò per sempre nel mio cuore. Riposa tra prati di margherite. 

Enzo Maddaloni