Foto di Enzo Proto (detto "protino"). Lo ringraziamo per la sua grande generosa disponibilità.
Per la libertà di manifestare, per il CESSATE IL FUOCO queste erano le principali parole d'ordine della manifestazione nazionale dello scorso 9 marzo. Una bella manifestazione, partecipata, molto giovanile ma, purtroppo, INSUFFICIENTE se non diamo continuità nei territori e nelle "aree" politiche e sociali da coinvolgere ulteriormente e di più.
Insufficiente anche perchè:
Mancavano "pezzi" importanti e significativi del movimento. Ad esempio mancavano, escludendo la Comunità Palestinese Campania che, a mio avviso ha fatto benissimo ad esserci, le Comunità Palestinesi in Italia;
Bisogna "alzare il tiro" dire con chiarezza e in modo più netto, evitando "giochetti" dialettici. che a Gaza è un genocidio, la piazza di sabato scorso lo ha detto in modo inequivocabile "scavalcando" nei fatti la piattaforma di convocazione;
Il governo italiano, che si abbia il coraggio di dirlo esplicitamente, è complice con le guerre in atto. Solo nel mese di dicembre il nostro paese ha esportato ad Israele armi e munizioni per un valore di 1 milione e 300mila euro. Stanno calpestando la Costituzione e nei fatti hanno abrogato tutte le norme e le leggi di questa Repubblica in materia di esportazione e vendita di armi ai paesi in conflitto. Non è un caso che hanno iniziato il percorso parlamentare per annullare quel poco di trasparenza imposto delle norme su tale immondo commercio;
L'Italia sta in silenzio e si astiene sulle varie risoluzioni dell'Onu. Non sviluppa neanche uno straccio di iniziative per favorire la diplomazia. Ha indossato "l'elmetto" e inviato parte della nostra marina militare nel mare Rosso. In poche parole un paese belligerante. Il voto parlamentare su tale missione ha reso in modo evidente chi è davvero dalla parte della diplomazia, di politiche di pace e chi invece alimenta l'industria bellica, appoggia le politiche coloniali e il genocidio. In questo "spartitraffico" il voto del PD era scontato, meno lo era quello dei 5 stelle;
Chiediamo a VOCE ALTA il riconoscimento ufficiale dello Stato della Palestina, il Vaticano lo fece nel 2015 unendosi al 70 % dei paesi membri dell'Onu che hanno già riconosciuto lo stato della Palestina. Nel 1999, 25 anni fa, nelle conclusioni del Consiglio europeo di Berlino l'Unione europea si diachiarò pronta a "riconoscere lo Stato palestinese a tempo debito". Finora lo hanno fatto soltanto nove stati su 27. Quel "tempo debito" per noi è ampiamente scaduto;
Con pacatezza chiediamo alla Cgil salernitana di aver più coraggio nei suoi rapporti con le associazioni locali che sono, come noi di Memoria in Movimento, nel percorso della "Via Maestra". Siamo convinti, lo diciamo senza presunzione, che un rapporto di confronto propositivo e reciproco, non possa fare che bene alla Cgil e al variegato mondo dell'associazionismo e di specifici movimenti. Insieme sarà possibile costruire un "tavolo permanente" di proposte ed elaborazioni che potrebbero aggregare e rendere più incisivo il lavoro che quotidianamente questi mondi fanno sul territorio. MEMORIA IN MOVIMENTO ci crede in questa scommessa e la vuole praticare per davvero. Voi?